mercoledì 3 febbraio 2016

FABIO PECORARI (Fifo)



Probabilmente la mia è la generazione più europeista che si sia stati in grado di crescere. Avevo undici anni nel '92 - l'anno di Maastricht - e posso dire di essere stato tirato su a pane e entusiasmo per l'integrazione europea (e chi era bambino in quegli anni certamente ricorderà di aver risposto almeno una volta al telefono dicendo "Europa Europa").
È passato quasi un quarto di secolo e non si può che registrare una certa inversione di tendenza nella percezione comune.
Compito della satira in questo contesto credo sia, aldilà dei preconcetti, non tanto quello di decretare se la sfida dell'Europa unita sia stata vinta o meno, quanto quello di continuare a svelare  le storture di certi meccanismi di gestione del potere, a Bruxelles o a Strasburgo così come a Roma, Parigi o Berlino.
Ridere dell'Europa e delle sue istituzioni rimane, a mio avviso, uno dei metodi più efficaci per analizzare la sua crisi ed affrontarla consapevolmente.



                 
                                                         

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