Questa settimana nella cornice della rassegna Anderson & Payne l'indispensabile opera che ha confermato al mondo, dopo I Tenenbaum, il genio di Wes Anderson.
L'immenso e mai troppo lodato Bill Murray negli oceanografici panni di Steve Zissou.
Non mancate.
Non scherziamo.
Spettabilissimi cineutenti del Microcinema, il vostro microcircolo di grande cinema preferito e, presumibilmente, unico, questo mercoledì trasudiamo orgoglio nel presentarvi la quarta pellicola della rassegna "Anderson & Payne", alle 21.15, infatti, proietteremo A Proposito Di Schmidt di Alexander Payne (2002).
Non mancate, partecipate motivati e felicissimi.
Love
Grande successo di pubblico e critica e grande successo anche al Microcinema, Lo Chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti, storia del ladruncolo Enzo Ceccotti col brutto vizio del bagno doccia radioattivo, è esploso nel panorama cinematografico italiano come la proverbiale bomba. Potresti stare a parlare per ore della sua importanza nel processo di rinnovamento della settima arte del belpaese e di come ci sia bisogno di cineasti giovani ed innovativi in un panorama spesso desolante e impermeabile all'innovazione e alle novità. Ma non lo farai, perchè questo è il momento del Forse Non Tutti Sanno Che, cose inutilissime da sapere ma utilissime per fare gli sboroni in pubblico, su LCJR.
Via!
- Il regista, Mainetti, evidentemente è in fissa da tempo con i cartoni giapponesi (come dargli torto) tant'è che aveva già girato due cortometraggi, i bellissimi Basette con Valerio Mastrandrea e Tiger Boy, palesemente ispirati a Lupin III e L'Uomo Tigre. Non c'è nemmeno bisogno di precisarlo in realtà perchè ce li siamo già sparati tutti al Microcine.
- Il film è ambientato a Roma, sì la stessa de La Grande Bellezza, se non fosse che della città si vede praticamente solo la zona di Tor Bella Monaca che non è esattamente al primo posto della Lonely Planet alla voce "cosa vedere a Roma in un week end". Anche Basette è ambientato nello stesso quartiere ed il motivo è che lo sceneggiatore Guaglianone aveva lavorato lì come assistente sociale e il regista aveva bazzicato nei teatri di Roma Est.
- Claudio Santamaria per l'occasione ha dovuto inquartarsi per bene aumentando di ben 20 kg tondi tondi. Che poi uno dice "le faceva anche De Niro 'ste cose", però provaci tu a metterti a dieta poi.Il metodo Depardieu, lo dici in anticipo per chi volesse provarci a casa, non funziona molto bene.
- Il supervillain della situazione, nonchè personaggio probabilmente meglio riuscito dell'intera pellicola è l'immenso Zingaro, talmente cool da meritarsi il puntuale omaggio-meme su Facebook con la pagina "Lo Zingaro chiede cose".
(Questa qui ad esempio ti ha fatto ridere tantissimo)
- Luca Marinelli, immenso nella parte del cattivissimo, si è ispirato qui e là per dar vita ad uno dei villain migliori mai visti sul grande schermo, mmericani compresi, tra cui Buffalo Bill del Silenzio degli Innocenti e il Tony Manero di Pablo Larrain (che avevi visto al cinema anni fa e ti aveva massacrato i coglioni alla grandissima). In più Marinelli ha pensato di infilarci il valore aggiunto della straordinaria performance di Un'emozione da poco di Anna Oxa et voilà, il capolavoro è servito.
- Per il lancio del film il regista, Santamaria e Marinelli, con l'aiuto di Michele Braga, hanno
pensato di registrare una cover della vecchia sigla del cartone che va guardata rigorosamente fazzoletto in mano e lacrima libera.
- Visto il successo raccattato pressochè ovunque, è uscito anche un fumetto collocabile temporalmente dopo il finale del film, scritto da Roberto Recchioni, già in passato curatore editoriale di Dylan Dog con le illustrazioni di Giorgio Pontrelli e Stefano Simeone. Esistono quattro diverse copertine realizzate nientemeno che da Leo Ortolani, Roberto Recchioni, Giacomo Bevilacqua e Zerocalcare. Natale si avvicina e siete a corto di idee per i regali? Grazie! Prego.
- Gabriele Mainetti non era per niente convinto di Ilenia Pastorelli per il ruolo di Alessia e prova a dargli torto, l'attrice esordiente (e straordinaria, aggiungi, e come tale giustamente riconosciuta) aveva all'attivo solo una partecipazione a qualche doccia al Grande Fratello. Il regista non era propriamente soddisfatto del curriculum della giovine ma fortunatamente ha cambiato idea.
- LCJR è stato proiettato anche al Festival Del Cinema Italiano a Tokyo ed in sala c'era nientemeno che sua maestà Go Nagai, autore del Jeeg originale. Il maestro aveva già espresso il desiderio di vedere la pellicola durante un viaggio a Roma. E niente, una pompata di ego così ti tiene a mezzo metro da terra per svariati anni a venire che l'anfetamina è un gingerino al confronto.
- E, per concludere, l'ovvia tiratona ubernerd sul cartone originale, il leggendario Jeeg robot d'acciaio, storia di Hiroshi Shiba, basettonatissimo campione del mondo di Formula 1, amante dei giubbini maragli con le frange e della sua lotta contro la malvagia Himika, regina dell'antico popolo degli Haniwa. Capolavoro del genere mech, Jeeg aveva di diverso dagli altri bellimbusti meccanici del genere che il protagonista Hiroshi si trasformava letteralmente nella testa del robot d'acciaio lanciandosi da un dirupo e spendendo una fortuna in moto fracassate, da qui il "tu, che puoi diventare Jeeg" e qui ti fermi perchè le lacrime già ti impediscono di scrivere e poi magari ti scappa che esiste da qualche parte una cassetta di te che nei primi '80 canti la sigla e non ti pare il caso che certe cose trapelino.
Saluti con la da-te-coverizzata sigla, ancora oggi di una badassery incredibile. No non la canta Pelù, è una bufala vecchia come l'internet, bensì Roberto Fogu.
Questo mercoledì, nella microcornice del vostro circolo di cinema prediletto, siamo estremamente orgogliosi di ospitare l'imperdibile evento dall'inestimabile spessore culturale che andrà ad arricchire il vostro curriculum da esibire in cene, aperitivi, vernissage e, più in generale, situazioni in cui fare gli sboroni vi aiuterà a portare a casa il risultato.
Nello specifico, l'illustre Giovanni Scarduelli, terrà una formidabile chiacchierata sul rapporto tra cinema e immagine nella cinematografia di Wes Anderson introducendo la proiezione di "The Royal Tenenbaums", il tutto nell'ambito della rassegna Anderson-Payne.
Roba grossissima, ma cosa ve lo dico a fare?
Giovanni Scarduelli, classe '92, illustratore e graphic designer, musicante, lettore e provinciale. Ha collaborato con La Repubblica, Terre di Mezzo, Liber e Tapirulan. Vive e lavora a Ostiglia.
Stimatissimi, domani sera filmone di Alexander Payne in pieno tema elettorale. Non mancate al solito imperdibile appuntamento del mercoledì sera presso il vostro circoletto preferito.
Stimatissimi questi saranno i prossimi appuntamenti per la nuova mostra targata Microcinema, un duetto alternato di pellicole targate Wes Anderson e Alexander Payne per i vostri nebbiosi mercoledì sera.